Serendipità e successo: la storia del Post-it

27 aprile 2023
La storia dei Post-it Notes è tra le più curiose del mondo dell’impresa e può insegnare davvero moltissimo. Un esempio perfetto del concetto di serendipità, la storia di un'invenzione accidentale da parecchi milioni di dollari

Chi non ha mai annotato qualche cosa su di un post-it? Chi non ne ha mai ricevuto uno con scritto sopra qualche cosa? Chi non ci ha mai scritto le password per attaccarle al monitor del pc?! (per quanto fosse consigliato diversamente per motivi di siucurezza…) La nascita dei noti foglietti adesivi colorati può insegnare molto, una storia molto particolare che di certo merita di essere raccontata.

I post-it non sono stati inventati in un garage da un visionario istrionico come ci ha insegnato a pensare un po’ tutto lo storytelling che si occupa di impresa e azienda. I post-it non sono nemmeno il colpo di genio di un imprenditore che riesce d’emblée ad inventare una cosa e a piazzarla di colpo sul mercato. Sono, invece, stati inventati da due normali impiegati, Arthur Fry e Spencer Silver, che lavoravano come ricercatori alla 3M: un’azienda con una produzione davvero diversificata, leader di mercati spesso non così attigui tra loro.

 

L’INVENZIONE

Nel 1968 Silver creò una colla che però non funzionava come doveva: infatti, non si attaccava con forza come quella che avrebbe dovuto inventare.

La colla uscita da quegli esperimenti – un errore di formulazione – era davvero particolare, si attaccava e si staccava senza rovinare le superfici con cui entrava in contatto, e non seccava immediatamente. Essendo un adesivo molto debole, però, Silver non riusciva a trovare un impiego per questa formula. Non la buttò via, la archiviò fra i fallimenti in attesa di momenti migliori. Poi pensò che con il confronto coi colleghi sarebbe potuto tornare utile e iniziò a parlare in ufficio della sua scoperta. Così durante una presentazione aziendale, Silver fece conoscere ad Arthur Fry, uno dei colleghi presenti, la sua colla “a presa debole”. Fu Arthur Fry, collega ricercatore della 3M, a intuire il modo per poter commercializzare l’invenzione di Spencer Silver. Per farlo, come spesso accade, partì dal bisogno. Perchè si sa, il bisogno muove le persone e la creatività.

Fry cantava nel coro e durante le prove in Chiesa, perdeva facilmente il segno, perché i foglietti colorati che aveva messo per segnare i canti e le pagine scappavano fuori dal libro. A Fry venne in mente l’idea che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Se avesse usato la colla del collega per fissare i segnalibri alle pagine, il libro degli inni non si sarebbe rovinato e il segni non si sarebbero persi. L’idea era geniale.

 

IL SUCCESSO ARRIVA NEL TEMPO

Dopo l’intuizione le cose non sono però andate “in discesa” fino alla commercializzazione; lo sviluppo del prodotto e la commercializzazione furono processi molto lenti. I dirigenti della 3M non credevano affatto nell’intuizione di Fry, anzi erano davvero convinti che i post-it sarebbero stato un fiasco perché, a loro avviso, le persone avrebbero preferito i segnalibri tradizionali e non avrebbero mai pagato per avere i post-it. Così per diversi anni non successe assolutamente nulla. Fry non smise però di lavorare al suo progetto, installando un macchinario nel suo appartamento aggiunse la colla a bassa tenuta di Spencer Silver a dei fogli di carta. Convinto che i problemi fossero parte integrante dei processi innovativi, ciclicamente tornava alla carica, proponendo all’azienda di fare un test.

Ma senza il supporto del management, per quanto insistente, Fry non sarebbe riuscito a fare nulla. Così appena ebbe a disposizione dei post-it li regalò ai dirigenti che iniziarono ad usarli.

 

TEST, SVILUPPO E LANCIO

Nel 1977 la 3M finalmente disse sì e venne fatto un lancio di prova che purtroppo non ebbe esiti soddisfacenti. All’epoca si pensava di usare quella colla per attaccare e poi staccare alle bacheche aziendali degli annunci in A4 e così si fece il test promuovendo il prodotto per questo tipo di impiego.

Analizzando però i risultati, davvero poco incoraggianti, i manager della 3M si accorsero che i post-it venivano usati in azienda in modo diverso da quello che si era pensato all’inizio. Infatti, i colleghi e i manager avevano cominciato ad usare i post-it non come segnalibri o per la bacheca aziendale ma come una nuova modalità di comunicare. Si lasciavano messaggi gli uni gli altri, annotati sui post-it e attaccati un po’ ovunque. C’era chi li usava per segnare punti importanti di alcuni documenti, mettendoci una freccia sopra e chi annotava considerazioni personali vicino ai paragrafi in cui c’erano cose da tenere presenti.

A questo punto la 3M convertì il nome della soluzione in Post-it Notes, sostituendo il precedente “Press and peel” e ri-programmò un nuovo test in una città della Virginia, per vedere come le persone avrebbero risposto a questo nuovo spunto. Promossi in maniera differente i simpatici foglietti appiccicosi piacquero molto e il test si concluse con un risultato molto incoraggiante.

Fu però solo nel 1980 che i Post-it vennero lanciati in maniera ufficiale dalla 3M. Da allora ne sono stati messe in commercio oltre 1000 versioni diverse. Un successo planetario che perdura ancora oggi.

La 3M è un’azienda che, con i suoi tempi, ha investito in ricerca e sviluppo, scommettendo sulle idee di oltre 7000 scienziati, registrando moltissimi brevetti che vanno dai Post-it, agli erogatori senza CFC, ai nastri adesivi fino agli adesivi per il dentale, è stata inoltre una delle prime aziende a permettere di investire parte del tempo di lavoro dei dipendenti in progetti personali. Una pratica comune fra le imprese di successo che viene sempre più presa in considerazione, visti i risultati che è capace di generare. Basti pensare che la 3M ha registrato nella sua storia 118.000 brevetti e che tutt'oggi ne registra ben 4.000 l’anno.

 

POST-IT UN CASO DI SERENDIPITÀ

Il termine serendipità indica l'occasione di fare scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un'altra. Il termine fu coniato in inglese (serendipity) da Horace Walpole nel XVIII secolo e rientra pertanto nel novero delle parole d'autore. La serendipità viene spesso concettualizzata dagli studiosi come un tipo particolare di fortuna, che emerge da una combinazione di ricerca, contingenza e conoscenza pregressa. Sebbene dunque il concetto di serendipità sia indissolubilmente legato a quello di incertezza, la serendipità richiede una buona sintesi di preparazione e apertura verso il nuovo attraverso meccanismi di dubbio generativo.

Una famosa frase per descrivere la serendipità è del ricercatore biomedico americano Julius H. Comroe:

«La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino.»

È interessante come nel capo dei post-it la serendipity sia intervenuta ben due volte: la prima con la “scoperta” di una colla a bassa adesività (mentre Spencer cercava di creare un adesivo forte), e la seconda con l’uso “alternativo” del prodotto da parte degli impiegati dell’azienda che, invece che usarli come segnalibro, impiegarono i foglietti per lasciarsi messaggi o prendere appunti.

 

CARATTERISTICHE

I prodotti Post-it sono realizzati in varie forme (es.: quadrato, rettangolo, mela, foglia, ecc...), colori (giallo, arancione, fucsia, verde, ecc...) e dimensioni, anche se il formato tipico è un quadrato giallo di 7,6 cm per lato. Sul retro è presente una striscia di adesivo piuttosto debole larga circa 1 cm, che permette di attaccarli e staccarli su varie superfici piane.

A metà degli anni Ottanta fu lanciata una versione di blocchetti con le strisce adesive su lati alterni, che possono essere inseriti in un dispenser e staccati singolarmente in maniera analoga a quanto avviene con i fazzoletti di carta.

POST-IT DIGITALI

Sono stati creati dei Post-it virtuali sotto forma di note desktop sia per Windows che per Mac OS.[1] Le note virtuali simili ai Post-it sono presenti anche online tramite Evernote, Google keep o Microsoft OneNote.

Nel 1997, la 3M fece causa a Microsoft per violazione del marchio, poiché utilizzò il termine "Post-it" in un file di aiuto.

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