Canna e Ramella, 115 anni di storia

2 settembre 2014
Un bagno di folla. È questa la risposta di Imperia nei confronti della storica cartoleria “Canna e Ramella” che ha riaperto i battenti

La storia di Canna e Ramella ha inizio nel 1899 con un trasferimento. Virgilio Canna si stabilisce sul porto di Oneglia dopo una vita passata a Firenze. Era la legatoria, il nucleo primordiale, in cui lavorava anche un apprendista, Nino Ramella, innamorato di Palmira Canna, figlia di Virgilio, che poi sposerà, prendendo in mano l’azienda. Dopo tante trasformazioni e ampliamenti, nel 1989 Giacomo e la moglie Lorena decidono per una ristrutturazione della cartoleria, che la rendono una struttura elegante ed atta ad ospitare non solo articoli di cancelleria, ma anche articoli di lusso. Oggi, questa volontà di cambiamento non si è ancora placata: in occasione dell’anniversario dei 115 anni dalla fondazione, si decide di tornare alle origini, sul porto, sul mare. Forte è la volontà di mantenere saldi i rapporti con i clienti e di conservare lo spirito che da sempre ha animato l’attività: competenza, professionalità, passione.
In agosto l'inaugurazione è stata un successo. Nella nuova location di Calata Cuneo ci sono stati articoli da ufficio tradizionali, con un’accurata selezione di prodotti per la scolastica, il disegno e la scrittura, e articoli di lusso.

In tutto questo, un’ulteriore novità: la quarta generazione. Virgilia, attualmente studentessa di storia dell’arte, curerà un suo spazio personale, "Virgilia+”, un mini-space di 7 metri quadrati che ogni mese ospiterà un evento o una vendita speciale di oggetti., arricchendo così la cartoleria di una visione nuova e giovane.
Per cominciare, in esposizione c'erano le opere di un’artista veneta, Chiara Tubia, che crea composizioni ironiche con l’intento di interpretare l’invisibile, lasciando il senso della loro metafisica all’occhio di chi guarda. “Nonostante il mondo sembri puntare verso un futuro sempre più tecnologico” afferma Virgilia “credo che non si riuscirà mai a fare a meno della matericità dell’oggetto, simbolo forte di possesso e praticità. Per questo ho deciso di non abbandonare la cartoleria, offrendo un contributo attraverso la mia visione. Chiara mi è sembrata fin da subito il piede giusto per iniziare, perché possiede quel non detto così eloquente che vorrei sempre contraddistinguesse il mio lavoro".

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