Shopping Non Food, è forte il giocattolo!

20 luglio 2017
Continua il trend positivo dei consumi non alimentari monitorati dall’Osservatorio Non Food 2017 di GS1 Italy: il 2016 si è chiuso con vendite per 102,5 miliardi di euro, l’1,0% in più rispetto al 2015. Bene tutti i mercati, tranne abbigliamento e calzature, in calo annuo del 2,3%. Al top per crescita giocattoli, edutainment ed elettronica di consumo.

I segnali positivi sono arrivati dalla quasi totalità dei segmenti che compongono l’universo non alimentare. A rivelarlo è l’edizione 2017 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, lo studio condotto in collaborazione con TradeLab che monitora il settore dei beni non alimentari. L’Osservatorio viene aggiornato annualmente e i risultati finali si basano sui dati rilevati dalle più note e affidabili fonti informative (Istat, Iri, Sita, Gfk).

“Quest’edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy è particolarmente significativa perché è stata l’occasione per tracciare il bilancio di 10 anni di digitalizzazione e per raccontare l’impatto che ha avuto sulla vita degli italiani”, commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy.

Il mondo dei consumi delle famiglie, così come calcolato dall’Istat e composto da servizi, consumi grocery e consumi non alimentari, vale oggi circa 1.024 miliardi di euro e cresce nel 2016 del +1,4% sostenuti prevalentemente dalla crescita dei servizi (+1,5%).

I consumi non alimentari nel 2016 sono arrivati a 152,8 miliardi di euro e sono cresciuti del +1,0% in linea con la crescita dei consumi grocery (+1,1%): grazie alla ripresa degli ultimi anni il peso percentuale dei beni non alimentari sul totale dei consumi delle famiglie si è stabilizzato intorno al 15%, pur non arrivando ancora al 17% del 2007, anno in cui l’importanza dei consumi non alimentari era paragonabile a quella del totale dei consumi grocery (17,5%).

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I SETTORI IN ESAME

Nel 2016 i 13 settori monitorati dall’Osservatorio Non Food di GS1 Italy (mobili e arredamento, abbigliamento e calzature, bricolage, cartoleria, edutainment, casalinghi, elettronica di consumo, prodotti di profumeria, prodotti per automedicazione, giocattoli, gioielli e orologi, prodotti di ottica, tessile) hanno totalizzato consumi per circa 102,5 miliardi di euro, pari al +1,0% rispetto al 2015.

“Il 2016 è stato un anno ancora di crescita per i consumi, che chiudono l’anno con un bilancio di segno positivo e con un’evidente ripresa in quasi tutti i settori, anche se a ritmo ridotto rispetto all’anno precedente”, aggiunge Cuppini.

Tra i settori top per crescita nel 2016 troviamo i giocattoli (+4,7% sul 2015), l’edutainment (+4,3%), e l’elettronica di consumo (+3,4%). L’unico settore ad aver chiuso l’anno con un segno negativo importante è quello di abbigliamento e calzature (-2,3%).

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IL PUNTO VENDITA

L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy conferma la razionalizzazione in atto nella rete dei punti vendita Non Food presenti sul territorio italiano, ma rivela anche che il trend è meno accentuato rispetto al passato: nel 2016 hanno chiuso circa 4.600 punti vendita e il bilancio tra aperture e chiusure è stato dello -0,1%.

In alcuni casi la rete di vendita è rimasta stabile, come per i mondi della cosmetica, profumerie e erboristerie, se non addirittura ha invertito la tendenza come nei settori legati all’elettronica, all’informatica e alla telefonia (+2,2% di esercizi).

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UN DECENNIO DI DIGITALIZZAZIONE

Tra il 2007 e il 2016 il consumatore ha definitivamente cambiato il suo modo di fare acquisti, complici le crisi economiche e la digitalizzazione della società. Questo ha avuto un forte impatto sui consumi non alimentari sia in termini di consumi in valore assoluto, sia in termini di canalizzazione dei consumi stessi. Nasce un nuovo canale di vendita – l’e-commerce – e bisogna affrontare il passaggio dal multichannel all’omnichannel e alla “no-channel” era.

Il canale digitale, a volte unico canale di vendita per pure digital player, a volte canale di vendita che si affianca a quelli già esistenti nei retailer più tradizionali. Si comincia a parlare di multichannel, e si prospetta la necessità di strategie che consentano al retailer di attivare azioni di coordinamento nella gestione di differenti canali di vendita che convivono. Ma presto, l’omnichannel supera il precedente concetto di multichannel. La strategia omnichannel, per gli attori della distribuzione, ha l’obiettivo di integrare (e non più solo di affiancare) i canali fisici e i canali digitali. Questo perché il processo di acquisto del consumatore è radicalmente cambiato: nella shopping experience rientrano ormai a pieno titolo la comparazione e la valutazione dei prodotti, delle offerte e dei servizi aggiuntivi, utilizzando i canali online e nello specifico, sempre più spesso, quelli in mobilità. Il processo è ancora in divenire: infatti già oggi qualcuno parla di “no channel era”. In effetti ormai si può comprare qualsiasi cosa in ogni momento, su qualsiasi device.

Dal punto di vista dell’assetto distributivo dei mercati Non Food, questa rivoluzione ha generato effetti di non poco rilievo. In particolare il settore che appare rivoluzionato nel corso del decennio è l’edutainment, in tutte le sue componenti: nel complesso il trend ha portato la quota di mercato dal 4,0% al 25,2%, ossia da un ruolo del tutto marginale ad uno di attore principale o almeno co-protagonista. All’interno dei singoli segmenti il ruolo è in realtà leggermente diverso ma comunque in crescita: leader nei videogiochi (45,8%) e nell’homevideo (35,3%), primo follower nei supporti musicali (25,6%) e competitor con grandi potenzialità nei libri (16,5%).

Altro comparto interessato dalla diffusione del commercio via web è quello dell’elettronica di consumo, seppur con tendenze e quote di mercato molto più basse rispetto ai segmenti dell’entertainment: nel decennio si è passati dal 3,4% al 7,0%, con punte più rilevanti nella fotografia (22,4%) e nei piccoli elettrodomestici (13,2%). Non si sottraggono anche i settori più tradizionali, tra cui l’abbigliamento e gli articoli per lo sport.

Il processo di sviluppo dell’e-commerce si è avviato sostanzialmente nel corso del decennio e le attuali quote di mercato, attorno ai 5 punti percentuali, rappresentano una tappa nell’ambito di un percorso di crescita con rilevanti prospettive per il futuro.

Oltre che canale distributivo, internet rappresenta un fondamentale canale di comunicazione tra le aziende e i consumatori. I dati sono emblematici: nel 2016 quasi il 90% delle aziende della distribuzione non alimentare gestisce un profilo ufficiale in lingua italiana su Facebook e il 50% su Twitter.

Tags: GS1 Italy
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